Percorso Fenogliano

PROGETTO RECUPERO PERCORSO FENOGLIANO E REALIZZAZIONE DI UN PERCORSO D’ARTE ABBINATO.

 Innaugurazione 9 Aprile 2022

 

 

In concomitanza col  centenario della nascita di FENOGLIO  e nell’ottica di valorizzare le sue opere ed il territorio in cui queste sono ambientate , presentiamo il seguente progetto che intendiamo anche promuovere a fini scolastici e turistici. Questo progetto consiste in un recupero del percorso fenogliano esistente sul territorio di Mango ed attualmente in stato di degrado (alleghiamo alcune foto rappresentative) l percorso fenogliano esistente consiste in diverse postazioni riportanti descrizioni riconducibili ai luoghi descritti dallo scrittore nel “ Partigiano Johnny” ambientato a Mango ma non solo . Troviamo infatti diversi riferimenti al nostro paese anche in “ I ventitrè giorni della città di Alba “ , in “Appunti partigiani “ , in “Frammenti di romanzo” , in “Dossier del partigiano”, in “Una questione privata”

Poiché “ senza coscienza del passato non abbiamo futuro “  il ripristino delle tavole vuol  dar modo  ai ragazzi delle scuole , a turisti , ad amanti delle camminate e della cultura di conoscere o ricordare  momenti di importante vita passata avvicinando anche quanti possibile  alle opere di uno dei grandi della letteratura del ‘900.

Ad ogni postazione si vorrebbe affiancare un’opera d’arte di artisti locali , rappresentante la frase indicata nella postazione, creando un’atmosfera d’epoca ma in modo moderno , simbolico , artistico e di promozione del territorio. Verrebbe cosi a crearsi un percorso che si snoda per km  e che unisce i territori di Mango , San Donato , San Bovo , che unisce letteratura , arte e sport  favorendo anche l’economia di questa terra di Langa che per storia , tradizioni e panorami è unica nel suo genere.

 

  1. TRAVA “ A metà tra Mango e Neive , la strada fa una serie di tornanti molto lunghi e noiosi a percorrersi , ma l’un tornante e l’altro sono congiunti da scorciatoie diritte e ripide come scale. Bimbo le sfruttava tutte , al fondo si fermava a guardare su se gli altri quattro le sfruttavano anche loro. Invece tenevano la strada e lui batteva i piedi per l’impazienza. Si sedette su un paracarro al principio dell’ultima scorciatoia e aspettò che arrivassero fin lì. Quando finalmente arrivarono, si alzò e fece per calarsi nella scorciatoia ma Colonnello lo prese per un braccio e riportandolo sulla strada larga gli disse : Senti tu zanzarino , non andiamo forse a lasciarci la pelle ed è da stupidi prendere delle scorciatoie per questo. Cammina con noi. Dì, che tipo è tua sorella ? “ (I ventitrè giorni della città di Alba – L’Andata)
  2. PESO PUBBLICO “ Tira una vento che mi esalta e cammino forte. In mezz’ora, proprio, sono a Mango. Al peso pubblico c’è il posto di blocco dei fazzoletti azzurri . In paese il comando di brigata. Lassù a San Donato forse il comando di divisione “ (Appunti partigiani pag 44-45. cap. II) – “ Il paese apparve più deserto e sprangato di Coazzolo, ed il punto più tristo era proprio l’allea d’ingresso, col vento preserale che vi infuriava, nella vana ricerca di altra polvere da scrostare e turbinare. Si arrestarono presso il casotto del peso e puntarono tutte le finestre e le porte. Poi un uomo occhieggiò all’arcata, tutta la persona ritratta in nascondiglio….Johnny spedì l’uomo a cercarli e in attesa sedettero sui tronchi presso il peso “ (Il Partigiano Johnny. Pag 330/331)
  3. VIA CIRCONVALLAZIONE 35 “Kyra era il favorito della popolazione di Mango, che lo salutava, lo chiamava e l’invitava in casa con assai più calore che ogni altro partigiano . E Kyra era partigiano semplice, senza essere affatto semplice , ma nessuno l’avrebbe elevato all’officership, quasi temesse di rompere un nativo equilibrio, di alterare una figura perfetta così come presentatasi. Quasi tutto il suo tempo libero lo spendeva in una officina del paese perché aveva un ingegnaccio ed un trasporto per la meccanica. Era stato uno degli artefici dell’estensione della linea elettrica e telefonica , conquiste che quella popolazione doveva all’occupazione partigiana.” (il partigiano Johnny I cap 15)
  4. VIA OSPIZIO CANE “ Ritornò in punta di piedi in sacrestia e per la strada di prima riuscì a mezza costa del poggio della chiesa. Si calò nella strada e prese a scendere. A metà collina guardò su a Mangano e lo vide tutto inamidato. La funzione funebre in chiesa doveva essere in pieno svolgimento. Ridiscese. Ai piedi della grande collina riguardò su e vide nella fascia dei vapori di caldo la processione che usciva di paese camminava lenta sulla cresta verso il cimitero. (frammenti di romanzo XVIII 44-45)
  5. CIMITERO “Stavano finendo il loro turno di guardia nei pressi del cimitero di Mangano. Il giorno era completamente fatto e c’erano per aria alcuni rumori ma tutti pacifici. (L’imboscata, cap 10)
  6. EX ASILO (centro artistico culturale) “Allora guardarono indietro all’altissima cresta di San Donato, ancora deserta… La plaga di Mango era tutta sotto i loro occhi. Il paese on era stato messo a fuoco, le sue viuzze e spianate tutte deserte e come assoggettate a corrente elettrica . Sul versante in faccia al paese stava bruciando una grossa cascina che nei mesi addietro era servita di mensa ai partigiani.”
  7. PIAZZA XX SETTEMBRE (giardino vista verso cascina Flori) “ In quella early primavera il quartier generale dei partigiani badogliani, o “azzurri”, si trovava in un punto quotidianamente spostato della conca sottostante al paese di Mango. Rispetto alle alte colline , il paesaggio era lievemente più gentile , ma era come una graduazione di gentilezza sul grugno d’un cinghiale . Fu per un duro gessoso sentiero, fra duri boschi refrattari alla tardiva primavera, che Johnny salì al quartier generale per mettersi a disposizione e prendere ordini.” (Il partigiano Johnny, prima stesura, Opere, Vol I**, pag 770)
  8. ARCO DEL MUNICIPIO “….ci verrò da solo, a piedi, una volta all’anno, un giorno qualsiasi d’inverno, e cercherò di riprovare quel freddo, di fare pressapoco le cose e i passi e i pensieri che devo aver fatti in un’eguale giornata d’inverno 44-45. (…) Ogni inverno ci verrò, come ad un anniversario, fino a quando sarò così vecchio e stanco da dubitare per un momento che un giorno da queste parti io vi abbia camminato e combattuto. E questo m’avvertirà che il prossimo inverno non potrò risalire a toccare i muri della vecchia Langa e riconoscer la cuccia che fu della lupa. Subito dietro Cascina della Langa corre la strada che da bivio Manera sale e scende fino a Mango, la strada che 10 io ho fatto iersera da Mango in su. Poco più di una mulattiera, ma è la grande linea interna del nostro fronte delle Langhe Orientali, la pista che noi abbiamo battuta piede dopo piede. (Appunti partigiani ’44-’45, cap III)
  9. CORTILE DEL CASTELLO  “In quella, una rauca tromba suonò nel cuore di Mango e nel loro cuore. La speranza pervase e squassò tanto i loro corpi che non fu più possibile starsene immoti e incollati alla terra, pur nel terrore di dietro si sollevarono sui gomiti. Si. Avevano finito con Mango, ed i gruppi in crociera nelle arterie di campagna stavano ritraendosi al paese, con un passo rapido e sollevato. E la tromba risuonava , come in un amichevole, ma bisbetico solletico….ma prima che la colonna apparisse quadra e intervallata sulla strada verso Mango battevano le quattro al campanile, ma la cresta di San Donato rimaneva deserta. (Il partigiano Johnny, prima stesura , Opere, Vol I** pag 770)
  10. VIA MARCONI “Salgo l’erta della parrocchia, passo farmacia e locanda, mi domando dove avran ficcato il comando. Dallo spiazzo della chiesa scende a piedi piatti un partigianone con cappello alpino. Faccio:-Tu….? Mi squadra, si ferma, si volta e sul fazzoletto azzurro gli leggo: Terribile. -Terribile, mi dici dov’è il comando? -Tabacco ne hai? Il comando è a destra del Municipio, in casa Ceretti, per la strada giù verso la chiesa dei Battuti- e scende con la sigaretta che gli ho data.” (Appunti partigiani ’44-’45, cap II)
  11. VIA MARCONI “CASA DEL MEDICHIN” “Attaccarono la rampa prima del sagrato….Entrarono nel sagrato dove stavano mescolati con la gente forse 200 partigiani. Perez salì i tre gradini della porta del medico e chiese silenzio ed attenzione. Poi Perez andò a sentire Radio Londra in casa del medico. (Frammenti di romanzo xvii 35-36)
  12. VIA ROMA , OSTERIA ITALIA “Le sei erano appena suonate al campanile di Mango. Con la testa fra i pugni, Milton sedeva sulla panca di pietra davanti all’osteria.” (Una questione privata, cap 4) “Deviarono all’osteria, che era stato il loro resort d’ogni giorno, e la sala di rapporto e d’udienza di Nord, nei buoni tempi, ed aveva accolto tanti partigiani quanti nessun similare locale sulle Langhe poteva boast of. Ed ora il locale appariva violato ed abbandonato , con l’impianto profondamente maculato e solcato, come se calpestato da uomini armati con tacchi corrodenti, e gli scaffali dei vini ghignavano per la rapina delle bottiglie, e la vasta, bassa cucina era gelata e muta in quell’ora vicina a pranzo.” (Dossier del partigiano II ,cap 32)
  13. CHIESA DEI BATTUTI La strada ai Battuti è ripidissima, barbaramente selciata: voglio vedermici scendere e salire tra un mese, quando ghiaccerà. (Appunti partigiani ’44-’45, cap II) Entrarono in Mango nel canuto alto mattino. La vita vi era piuttosto attiva, ma nell’aspetto più zittito e sparente possibile. Al loro ingresso qualche imposta si chiuse senza rumore e qualche passo allontanantesi suonò secco sul gelido selciato. (Dossier del Partigiano I , cap 17/18)
  14. PORTA AVENE Milton partì di lì e si fermò non prima dell’arco al principio del paese. Guardò lungo in direzione di Benevello e Roddino. La nebbia si era sollevata dappertutto, in basso non ne restava che qualche francobollo appiccicato sulla fronte nera delle colline . La pioggia cadeva sottile e regolare , senza disturbare minimamente la visibilità. Torse la testa dall’altra parte e guardò in profondo verso Alba . Il cielo sulla città era più cupo che altrove , decisamente violetto segno di una pioggia molto più violenta. (Una questione privata, pag 68)
  15. CAPPELLA DI S. AMBROGIO “ Loro quattro si buttarono per il pendio di Sant’Ambrogio e lo finirono senza danno e vista, ma irati per se stessi e per la loro incoscienza, con un non più dominabile cuore, non si fermarono lì ma in un lampo salirono al bricco di Avene e si abbatterono soltanto su quella cresta, in un filare di vigna, dominando la pianura tra Neive e Castagnole” (Il partigiano Johnny pag 285)
  16. CASCINA ISACCO “Comincia la lettura vera e propria a notte. Alloggiava in una cascina isolata, a un chilometro dal paese , verso Alba . I miei ospiti erano benestanti ed io potevo accettare senza troppi scrupoli le gentilezze e le dolcezze che mi offrivano ad ogni momento. Avevo un buon letto, dovevo indurirmi a vietare alla donna di metterci lo scaldino, e avevo una grossa scorta di candele. Potevo leggere per ore e ore, senza rimorsi di coscienza. “ (Frammenti)
  17. SAN DONATO, BRICCO TORRETTA (1) “ Si precipitarono per il rovescio del colle e poi a un sostenuto passo di marcia per una stradina , affogata nella forra, parallela alla strada grande..La conformazione della collina era tale che la stradina sviluppava una lunghezza più che tripla della strada principale….salirono sul tufo e vi si appostarono sul ventre….Alle loro spalle sull’altro ciglio del ritano, fra i vapori della guazza e lo scuro delle macchie una casa solitaria sbianchiva e fumava nella sera , le voci degli ignari abitanti come pigolio di uccelli nel nido già oppresso nel buio….Mentre rotolavano lungo il tufo spettrale verso il ritano già tenebroso , sentirono il fracasso di arresto di tutta la colonna. (Il Partigiano Johnny)
  18. LA TORRETTA (2)
  19. CHIESA DI SAN DONATO (1) Oltre Mango, stava il vero Sinai delle colline, un vasto deserto con nessuna vita civile in cresta ed appena qualche sventurato casale nelle pieghe di qualche vallone . La notte era completa, il sentiero invisibile sotto i piedi tentanti, e un vento sinistro, come nascente da un cimitero di collina , soffiava a strappi, e nel suo calo l’intera atmosfera crocchiava, come per una frizione dei suoi stessi strati di gelo. Solo i cani di guardia dei casali a mezzacosta, fiutando il loro soprano passaggio, latravano brevi e irosi. (Il Partigiano Johnny)
  20. CHIESA DI SAN DONATO (2) “Una guancia aderente alla rorida terra Johnny guardò quel paesaggio di vita e di morte. Da quel punto già si poteva scavalcare con gli occhi il crinale di Mango ed oltre la pianura di Neive e Castagnole si poteva scorgere i vapori grigiazzurri che si libravano sul fiume. “ (Il Partigiano Johnny)
  21. LA CAPPELLETTA Fraz. S.Donato “la strada era invasa dalla nebbia , ma c’erano ancora spiragli e ondeggiamenti. I valloni ai due lati ne erano invece colmi rasi, di un’ovatta assestata , immota. La nebbia aveva anche risalito i versanti , solo alcuni pinastri in cresta ne emergevano , sembravano braccia di gente sul punto di annegare . Scendeva cauto verso il fantasma della cappelletta. Tutto taceva , a parte il pigolio attonito di uccelli nei loro nidi oppressi dalla nebbia e il mormorio di rigagnoli nei valloni sommersi. “ (Una questione privata)
  22. “Johnny camminava verso la Langa lontana , un po’ vacuo-mentalmente e un po’ swaggeringly, languidamente welcoming e godendosi i rari tratti pianeggianti. C’era, all’inizio, una certa dolcezza nell’aria e nella tinta della terra, anche nel vento, ma Johnny non poteva sentirla appieno. E quando la casa gli apparve nera di contro il cielo iscurito, Johnny bramò i suoi antichi frammenti di lumi dalla finestra , così visibili a distanza. (Il Partigiano Johnny)
  23. SERRAPINI “Ondosamente incombevano su lui i boschi neri, come carboniosi , e gli aperti, sfuggenti prati, su alcuni dei quali stavano greggi al pascolo, apparentigli così alti ed immoti come una torma di massi erratici arrestati da una mano miracolosa a mezzo dei vertiginosa pendii. Riuscì dopo un’ora in cresta, nauseto di salire , offrendo il suo primo sudore alla graziosa, femminina ventilazione della cresta. E sulla stradina di cresta si pose a camminare agiatamente, remunerativamente, sorpassando una casa solitaria che egli vagamente conosceva per nome Cascina di Langa, perfettamente impensoso della parte che essa avrebbe recitato nel seguito.” (Il Partigiano Johnny)
  24. CASCINA DI LANGA “Cascina di Langa consiste d’un rustico, d’un civile e di un portico che chiudono per tre lati la vastissima aia. Il quarto lato sarebbe schermato da un filare d’alberi d’alta collina , ma vedi da qui la stessa pianura e le Alpi.” (Appunti partigiani) “Chi non conosce, chi non è mai stato a Cascina di Langa, vuol dire che di queste Langhe lui non può parlare”. ( Appunti)